Quartiere Coppedè
Il Quartiere Coppedè è una caratteristica zona di Roma, nel quartiere Trieste, a ridosso della via Salaria, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento. Opera dell'architetto Gino Coppedè (1866-1927), è stato progettato nel 1913 e la sua costruzione è stata seguita dall'ideatore in persona, fino al 1927, e poi proseguita e ultimata dal genero Paolo Emilio André. L'estroso architetto fiorentino utilizzò un insieme di stili moderni e classici: Liberty, Art Decò, Barocco e Manierismo, con riferimenti al Medioevo e all'antica Grecia.
L'ingresso del quartiere su via Tagliamento è attraverso un grosso arco, che unisce i Palazzi degli Ambasciatori, ornato con fregi e facce mostruose, sotto il quale si trova un grosso lampadario in ferro battuto. Oltrepassato l'arco si entra nel cuore del Coppedè, in piazza Mincio.
La Fontana delle Rane è al centro della piazza, su cui affacciano i Villini delle Fate, il Palazzo del Ragno e il Palazzo Senza Nome.
Uno dei Villini delle Fate, caratterizzato da una varietà di loggiati, archi, fregi multicolori, immagini medievali, dipinti floreali, con un omaggio a Firenze e a Dante e Petrarca. I materiali usati variano dal marmo al travertino, dal laterizio alla terracotta, al vetro.
La Palazzina del Ragno, con il caratteristico faccione in stile assiro-babilonese e il ragno, simbolo di operosità, sopra l'ingresso.
Il cosiddetto Palazzo Senza Nome, terzo edificio su piazza Mincio, presenta un arco a sesto ribassato all'ingresso, con decorazioni in stile Liberty.
Nei dintorni del Quartiere Coppedè si trovano alcuni esempi di moderna palazzina romana.
All'angolo tra via Salaria e via Bruxelles si trova la palazzina progettata dall'architetto Venturino Ventura nel 1968. In largo Nicola Spinelli si può ammirare la palazzina di Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti del 1954. In via Paisiello, angolo via Bellini, c'è il Villino Alatri degli anni Venti, con la sovraelevazione realizzata da Mario Ridolfi tra il 1948 e il 1952.