Jungle Town di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano

jungle town

Jungle Town è un fumetto scritto da Tito Faraci e disegnato da Giorgio Cavazzano, pubblicato dalla Disney nel 2006.

Adam e Rollo, due cani detective, indagano sull'omicidio di un topo a Jungle Town.

Nella città la vita scorre frenetica, e le tensioni dovute alla mancata integrazione di alcune razze di animali, come i topi, sono quotidiane. Quando il cadavere di uno di loro viene ritrovato in un campo da golf, uno dei luoghi da cui sono esclusi, il rischio che esplodano scontri razziali è alto.

Adam e Rollo dovranno vincere le resistenze dei topi, specie dei loro attivisti più radicali, per mettere insieme gli indizi del caso e imboccare la pista giusta.

Le indagini si alternano alla vita quotidiana della famiglia di Adam, i Bonnard. Il poliziotto ha sposato Marla, una gatta, che lavora come parrucchiera.

I loro figli hanno preso da entrambi i genitori, e questo disorienta i loro amici, che sulle prime non riescono a inquadrarli, ma poi si accorgono che la loro diversità è una ricchezza. Rollo vive da solo, ma la storia, pur nella sua brevità, lascia intendere che avrà una relazione con Liza, una simpatica maialina, di nome e di fatto, amica di Marla.

Le atmosfere di Jungle Town ricordano quelle di MMMM e la città è ispirata alla sua Anderville. Nel 2006 usciva un altro fumetto con animali antropomorfi, Blacksad di Juan Díaz Canales e Juanjo Guarnido, con protagonista un gatto poliziotto. Qualcuno ha visto in quest'opera una fonte di ispirazione per Jungle Town, ma a me piace ricordare che la nostra cultura è piena di fiabe, storie e fumetti con animali protagonisti, a cominciare da quelle di Esopo, passando per I musicanti di Brema, fino al mitico Topolino.

Gli autori, Tito Faraci e Giorgio Cavazzano sono da decenni colonne portanti del fumetto italiano, nei loro rispettivi campi, sceneggiatura e disegni.

Jungle Town è stato pubblicato sul contenitore Buena Vista Lab della Disney, formato cartonato su cui venivano pubblicati numeri zero e storie autoconclusive, proprio come Speed Loop. Come quest'ultimo resta un promettente inizio, che non è diventato una serie, e una lettura godibile, con splendidi disegni e ambientazioni.

Eh! Eh! Siete proprio forti, voi Bonnard, anche se siete tutti diversi… o forse proprio per questo!